Un problema al chipset blocca le piattaforme Sandy Bridge
di Paolo Corsini pubblicata il 01 Febbraio 2011, alle 09:35 nel canale Schede Madri e chipset
“Intel comunica di aver evidenziato un problema al controller SATA integrato nei chipset per piattaforme Sandy Bridge, tanto grave da richiedere un aggiornamento hardware”
Nella giornata di ieri Intel ha comunicato di aver identificato un problema a livello hardware che affligge le proprie soluzioni chipset destinate all'utilizzo con i nuovi processori della serie Sandy Bridge, presentati ufficialmente sul mercato nel corso del mese di Gennaio in concomitanza con il CES di Las Vegas.
Il controller SATA integrato nel chipset può presentare, nel corso del tempo, un malfunzionamento nella forma di un progressivo degradamento della qualità del collegamento con le periferiche SATA. Il trasferimento di dati potrebbe quindi presentare degli errori che giungendo ad un livello particolarmente elevato porterebbero alla completa disconnessione del segnale tra controller e periferica SATA.
Le stime di Intel indicano che questo tipo di errore possa manifestarsi gradualmente in una percentuale compresa tra il 5% e il 15% dei chipset presenti sul mercato, con un lasso di tempo che dovrebbe essere indicativamente pari a 3 anni. Maggiore il numero di periferiche SATA collegate più rapida dovrebbe essere l'eventuale manifestazione del comportamento erratico.
Sando a quanto comunicato dall'azienda a oggi non è arrivata nessuna comunicazione di malfunzionamento da parte di utenti finali. Grazie a segnalazioni fatte da clienti OEM, seguita da test interni, è stato identificato nello specifico il difetto hardware presente nel chipset che porta al comportamento erratico. Il PLL che gestisce la frequenza di clock del controller SATA 3 Gbps integrato nel chipset è operato da un transistor che, ha scoperto Intel nel corso dei propri test interni, viene alimentato con una tensione troppo elevata. La conseguenza è che vi siano dei leakage di corrente superiore rispetto a quanto pianificato in fase di progetto del componente, comportamento che può portare al malfunzionamento nel lungo periodo.
Il bug non può essere risolto con un aggiornamento del bios ma richiede un intervento fisico interno al chipset, pertanto implica la sostituzione materiale del componente sulla scheda madre. Intel ha già annunciato che per la fine di Febbraio avrà disponibile una nuova revision del chipset corretta, che verrà presumibilmente implementata in nuove schede madri pronte per la commercializzazione per la fine del mese di Marzo. E' ipotizzabile che per il mese di Aprile la commercializzazione in volume di chipset e schede madri possa ritornare ad un ritmo normale.
Il malfunzionamento del controller SATA è circoscritto ai soli 4 connettori SATA 3 Gbps e non si estende anche ai due connettori SATA 6 Gbps implementati da Intel. Di conseguenza i possessori di schede madri Sandy Bridge possono temporaneamente ovviare a questo problema utilizzando il controller 6 Gbps integrato nel chipset, in attesa che la propria scheda madre venga sostituita dal produttore.
Il bug riguarda i chipset P67 e H67 attualmente in commercio, utilizzati in sistemi desktop come quelli notebook. Se in sistemi desktop è possibile che vengano utilizzati più di 2 connettori SATA contemporaneamente, in quelli notebook è molto raro che il design preveda l'utilizzo di più di 2 porte SATA. In questo caso se il produttore ha scelto di servirsi delle due porte SATA 6 Gbps quelle SATA 3 Gbps rimangono inutilizzate pertanto il malfunzionamento non ha modo di manifestarsi e non è necessario un intervento di sostituzione della scheda madre.
Al momento attuale sono circa 8 milioni le schede madri basate su chipset della famiglia Cougar Point ad essere state immesse sul mercato da parte dei partner Intel; di queste un numero inferiore, ma non è chiaro ancora quanto più contenuto, è stato acquistato con la restante ancora presente nel canale oppure in viaggio dalle fabbriche produttive verso i distributori.
Quali le implicazioni finanziarie per Intel? L'azienda americana ha evidenziato che l'operazione porterà a mancato fatturato in vendite per 300 milioni di dollari, accanto ad un costo per la sostituzione dei chipset difettosi attualmente in commercio pari a circa 700 milioni di dollari. Il conto totale è quindi di 1 miliardo di dollari, cifra che dovrebbe portare ad un ridimensionamento dell'utile atteso da Intel per il primo trimestre 2011.