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Teamspeak TS

Falluja 14/04/2013

INFERNO A FALLUJA

 

 

 

 

 

 

ACE, ACRE e Falluja credo rendano la vita dei poveri fanti più difficile che in una PvP. Poiché per l'orario raramente si arriva in quella zona, ieri sera Dani voleva vedere la città e l'esplosione conseguente alla messa in sicurezza delle casse di munizioni nemiche; i capisquadra ci dividono in due plotoni e decidono che assalteremo il lato più tosto della città. Conscio che potrebbe essere la mia ultima missione, mi armo del mio fedele MK 17, Ray Ban e l'immancabile chemlight blu, e mi metto solo soletto dietro nello Stryker a guardare la playmate del mese sul monitor in dotazione mentre Djmitri guida e Duriel é alla Browning.
 

 

L'altra squadra ci seguirà a bordo di un Humvee, sento voci concitate intorno a me e alla radio, ma cerco di mantenere la concentrazione per capire se quella gnoccolona in copertina nel mese di Aprile è rifatta o Madre Natura stavolta si è sforzata poco.
 

 

In effetti sono abbastanza intrippato, le successive modelle sono molto più corazzate, non capisco nemmeno se ci stiam muovendo o meno, tanto che dopo averlo chiesto a Duriel mi conferma di prepararmi perchè siamo in zona operativa. Appena arrivati in periferia comincia l'inferno di fuoco, non ricordo chi viene colpito per primo, ma impieghiamo qualche minuto prima di riprenderci e iniziare il contrattacco. L'altro plotone si è fermato poco distante, attaccato da alcuni ribelli sulla strada, anche loro dopo qualche difficoltà iniziale iniziano a mietere vittime e in breve ci raggiungono. Al conseguente regroup effettuiamo belle formazioni e riusciamo a prendere alcune intel nemiche in perfetta sicurezza. 
 

 

Al solito le cose precipitano in quel maledetto palazzo in costruzione: Dume ferito di sopra, Ks che non può scenderlo per le scale, io ferito ma che riesco ancora a sparare, il buon Djmitri che fa la spola avanti e indietro tra i due ingressi opposti per contenere gli attacchi, Pietro che, con in una mano la morfina, nell'altra l'epinefrina e con i piedi che alternativamente usa per massaggio cardiaco e bendaggio, cura i feriti come fosse un operaio in una fabbrica di produzione in serie, quei pazzi di Duriel e Dani che nel delirio totale vanno alla ricerca di valigette nemiche come fossero maiali da tartufo ... 
 

 

La situazione non migliora, comunque pare stiano arrivando Alex e Gladio con qualche mezzo di supporto. I capisquadra concordano nell'uscire da quella trappola di cemento e così ci riuniamo ai nuovi arrivati usando una nuova micidiale tattica: fuga a gambe levate con rilascio di letali puzze aiutate dal rancio preparato da Dani. Probabilmente stordito dalle nostre stesse armi, non so come e perché ma mi ritrovo sull'Abrams come comandante, Epok buon pilota e Pietro artigliere di razza (anche se non vuol saperne di venire in WoT). La tattica di avanzamento prevede l'M1 in testa, i fanti dietro e lo Stryker a chiudere. Ovviamente al primo cambio di nastro e successivo lancio di fumogeni, i fanti ci tamponano e lo Stryker investe i restanti in un incredibile trenino porno. Facile dare la colpa all'incolpevole Epok, ma si sa che chi tampona ha sempre torto e tutta la manovra era stata organizzata e suggerita ai vertici dal noto teamkiller del clan, nome in codice Spruzzolo. Rigirata la frittata, sul carro iniziamo a fare sul serio anche perché Pietro è sceso a soccorrere i feriti e la situazione sta degenerando. I talebani sono tanti, incazzati come iene e spesso armati di RPG; nonostante la mole dell'MBT non sia il suo punto forte, Epok riesce a far infilare l'Abrams in vicoli stretti permettendomi di liberare diversi settori e aiutare le nostre unità non meccanizzate nella ricerca delle casse di munizioni.
 

 

I nostri fanti trovano e fanno brillare le munizioni nemiche, ma qualcuno (i sospetti ricadono sempre su di lui) pare abbia aggiunto un altro paio di cariche di C4 facendo ferire diversi dei nostri. Nel frattempo io ed Epok ci troviamo in campo aperto, un RPG ci ha colpito la turbina e siamo incapaci di muoverci. Decido di non abbandonare il mezzo ma continuare a sfruttare le sue armi per liberare la strada ai nostri fanti. Lasciato il carro e rimasti in pochi uomini, decidiamo di muoverci alla ricerca di altre intel; stavolta proseguiamo decisi e sicuri e anzi pare siano in talebani ad essere in difficoltà.
 

 

Il sole sta calando e i talebani stanno scappando, capiamo che non troveremo più valigette nemiche, così do il mio MK 17 ad Epok per farglielo provare mentre frego un Lee-Enfield ad un nemico che avevo precedentemente ucciso. Il fucile bolt action non è poi nemmeno poi male, ma bisogna sparare a colpo sicuro perché la ricarica non da una seconda possibilità. Uccido un altro caprone rimasto con il nuovo giocattolo mentre Djmitri, Dume e Epok si divertono con le loro armi automatiche, quindi si decide per il rientro. Totale mie uccisioni: 113, di cui un 75 a bordo del carro.
 

 

 

 

 

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